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Il Santuario, in posizione dominante sull'ampia conca delle Valli Giudicarie esteriori, dal 1624 custodisce nell'omonima cappella il legno della Santa Croce, a cui si attribuiscono doti taumaturgiche. Tuttavia l'edificio di culto ha origini molto più antiche, come testimonia la presenza di un pluteo in pietra, scolpito con motivi ornamentali geometrici, risalente all'VIII secolo. La cripta romanica, databile al XIII-XIV secolo, formata da un soffitto a
volte affrescate sostenute da colonne in pietra nera sormontate da capitelli in pietra rossa locale, è un esempio raro in Trentino di architettura medievale. L'aspetto globale dell'edificio si deve invece alla ricostruzione cinquecentesca operata dall'architetto lombardo Antonio Gras. Le maestranze che negli anni '20 e '30 del '500 lavorarono a Santa Croce del Bleggio ebbero presente il modello architettonico rinascimentale della chiesa di Santa Maria Maggiore a Trento, voluta in quegli stessi anni dal Principe Vescovo Bernardo Cles.
Bernardo Cles (o Clesio): nato
nel 1485, a soli 29 anni, nel 1514 diventa Principe Vescovo di Trento, carica
ecclesiale, ma soprattutto politico-amministrativa che manterrà fino alla
morte, avvenuta nel 1539. Dotato di una spiccata personalità, di spirito di
iniziativa e di grandi doti diplomatiche, egli divenne in breve tempo una delle
figure più influenti al servizio dei due fratelli d’Asburgo, Carlo V e
Ferdinando. Per la città di Trento avviò un graduale processo di
modernizzazione e rinnovamento che spaziò dall’ambito urbanistico a quello
culturale, preparando il terreno all’evento cruciale del secolo, il Concilio
come risposta cattolica alla Riforma protestante, che pochi anni dopo la morte
del Cles avrebbe trovato sede proprio nella sua città. Al Cles si deve la
realizzazione del Magno Palazzo, sua residenza privata di gusto rinascimentale
presso il Castello del Buonconsiglio, e la chiesa cittadina di Santa Maria
Maggiore.
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